09 Gennaio 2024

Sindrome di De Lorenzo: giovani donne con peso normale, ma clinicamente obese

Sindrome di De Lorenzo: giovani donne con peso normale, ma clinicamente obese

Per saperne di più in merito, abbiamo rivolto alcune domande al dottor Vincenzo De Siena (già docente al master universitario di II livello in “Nutrizione Clinica” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Siena), il quale si occupa di Dietologia e Dietetica Applicata presso la nostra Casa di cura.

Dottore, nel corso ECM organizzato da Villa Bianca (10-11 novembre 2023) Lei ha relazionato anche sulla sindrome di De Lorenzo: di che si tratta?

È una sindrome la cui esistenza è stata postulata dal professor Antonino De Lorenzo (ordinario all’Università di Roma, “Tor Vergata”); conosciuta anche con la sigla NWO (Normal weight obese syndrome), interessa prevalentemente giovani donne normopeso, rendendole vulnerabili al rischio di patologie cardiovascolari e mataboliche. In dettaglio, queste pazienti hanno un Indice di massa corporea nella norma (tra 18,5 e 24,9), quindi un peso altrettanto normale, ma una percentuale di grasso corporeo eccessiva, come nella obesità manifesta, cioè superiore al 30%. In sostanza sono donne apparentemente magre, ma in realtà obese. Ignorando il problema, queste pazienti non sanno di essere esposte agli stessi rischi cardiovascolari di chi è obeso.

Cosa intende per giovani donne?

Di età inferiore a 40 anni

Quali sono le cause di questa sindrome?

È ormai acclarato che sia il risultato di un’interazione tra genetica e stili di vita inadeguati. In particolare, sono alterati alcuni geni legati all’infiammazione ed all’invecchiamento. Su questo terreno predisponente, poi, gioca un ruolo importante lo stile di vita; comportamenti a rischio sono un’alimentazione squilibrata e la sedentarietà, fattori fortunatamente modificabili in modo mirato.

Come viene diagnosticata?

In primo luogo, con un semplice esame del sangue, con cui si evidenziano alterazioni dei valori del colesterolo (totale, LDL, HDL), dei trigliceridi, dei parametri infiammatori (Proteina C reattiva ed omocisteina, in particolare). L’iter diagnostico, poi, si completa con lo studio della composizione corporea, tramite metodica bioimpedenziometrica. Quest’ultima evidenzia, come detto, una percentuale di grasso corporeo superiore al 30%, una riduzione della massa muscolare (in particolare agli arti inferiori) con conseguente riduzione del metabolismo basale di circa 200 chilocalorie al giorno.

Come si cura?

Una diagnosi precoce ed un adeguato piano dietetico e di attività fisica si impongono per un intervento di cura e prevenzione