Cronobiologia dell’alimentazione e salute: quale correlazione?
Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande al dottor Vincenzo De Siena (già docente al Master universitario di II livello in Nutrizione Clinica e Dietetica” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Siena), il quale si occupa di Dietologia e Dietetica Applicata presso la nostra Casa di Cura.
Dottore, nel Congresso ECM organizzato da Villa Bianca (15-16 novembre 2024) Lei ha anche relazionato sulla “Cronobiologia dell’alimentazione e della nutrizione”: cosa può dirci, brevemente, in merito?
Intanto, una doverosa premessa: oggigiorno, non basta più e solo scegliere gli alimenti non inquinati, coltivati in modo naturale, biologico, biodinamico o conoscere composizione nutrizionale e profilo calorico dei singoli alimenti, quando poi non si ha conoscenza e rispetto dei ritmi fisiologici del proprio organismo.
Cosa si dovrebbe fare, allora, per essere sicuri di adottare un’alimentazione corretta?
Bisognerebbe partire dalla conoscenza del corpo e non solo dalla scelta del cibo, per assicurare la nostra integrità morfo-strutturale corporea. Un cibo ha la stessa composizione nutrizionale e calorica per tutti, ma ciascuno ha il suo organismo, unico e diverso da tutti gli altri. Pertanto, quando lo stesso alimento entra in un organismo troverà condizioni fisiologiche diverse ed avrà un suo specifico percorso metabolico. Una guida alla corretta alimentazione è ritrovare la personale sensazione della fame. Questa, nelle persone in buona salute psico-fisica ed esenti da disturbi del comportamento alimentare, compare fisiologicamente al mattino (colazione), a metà giornata (ora di pranzo) ed all’inizio della sera (cena).
Perché, allora, ci sono persone che al mattino non hanno fame e concentrano la loro alimentazione in uno o, al massimo, due pasti al giorno?
Rispondo in modo semplice: perché hanno “smarrito”, nel tempo e per cattive abitudini, la cronobiologia dell’alimentazione, appunto. I tre pasti quotidiani (colazione, pranzo e cena), possibilmente intervallati da due spuntini, rispondono a precise richieste di energia chimica da parte dell’organismo e non vanno quindi considerati solo come il risultato di mere abitudini. Può succedere, però, che i ritmi della vita quotidiana e di lavoro siano del tutto diversi e lontani dai ritmi biologici naturali del corpo umano. In tal caso, la “separazione” tra il proprio organismo biologico (la natura) e la propria vita sociale (la cultura) può divenire causa di malattia fisica e psichica. La natura “vince” sempre sulla cultura! Voglio, a tal proposito, fare una esemplificazione: evitare la colazione al risveglio, mangiare qualcosa a pranzo e terminare con una lauta cena è un grave errore nutrizionale, commesso, purtroppo, da milioni di persone. Alimentarsi in questo modo è un esempio di come i ritmi della vita e di lavoro siano totalmente lontani dai ritmi naturali del corpo umano.
Fame ed appetito sono la stessa cosa?
No. La prima è espressione della richiesta di energia da parte dell’organismo; l’appetito, invece, è il desiderio per un determinato cibo.
Per concludere, Dottore, cosa può essere fatto per recuperare la normale cronobiologia dell’alimentazione ovvero per riappropriarsi della fisiologica sensazione della fame (al risveglio, a metà giornata ed alla sera)?
L’andamento della personale sensazione della fame può essere regolato, per raggiungere un profilo di normalità, agendo su tre linee comportamentali: la distribuzione dell’apporto della energia chimica giornaliera (calorie), il numero dei pasti, la composizione nutrizionale degli alimenti ingeriti. Volendo assecondare (o correggere) in modo naturale la propria sensazione di fame, occorre, quindi, distribuire la maggior parte della energia chimica (calorie) e la maggior quota di alimenti a base di carboidrati nella prima metà della giornata: colazione, spuntino di metà mattina e pranzo, lasciando a cena il maggior introito di proteine (durante la notte, l’organismo umano richiede un apporto più contenuto di energia chimica rispetto al giorno). La sensazione della fame, durante il giorno, è collegata alla necessità di energia, dovendo l’organismo produrre un lavoro muscolare.
Nella notte, al contrario, non si prova sensazione di fame. Avere il punto più alto di fame a cena o durante la notte non è una sensazione naturale, ma patologica.