19 Giugno 2020

Rottura del legamento crociato: cosa cambia nella vita di uno sportivo?

I legamenti crociati (anteriore e posteriore) sono due delle “ancore” più importanti della nostra anatomia; contribuiscono ad assicurare la stabilità del ginocchio, permettendo uno dei gesti più semplici e istintivi della nostra quotidianità: camminare.

Rotture o lesioni più lievi dei legamenti sono spesso associate alla pratica sportiva, ma anche la routine quotidiana è tra le cause più comuni.

Ma cosa si può fare una volta che il danno è fatto? Ne abbiamo parlato con il nostro ortopedico, Dr Paolo Latino.

 

Rottura del legamento crociato del ginocchio durante l'attività sportivaRottura del legamento crociato: per risolvere questa problematica è sempre necessario ricorrere ad un intervento chirurgico, oppure l’operazione può essere sostituita o rimandata con l’utilizzo di un tutore?

Il ginocchio è l’articolazione più esposta alle distorsioni, traumi frequenti soprattutto fra chi pratica calcio, basket, sci e ginnastica, anche a livello amatoriale. A farne le spese sono i 2 legamenti crociati, in modo particolare l’anteriore, colpito 10 volte più di quello posteriore: complice una rotazione eccessiva del ginocchio, uno stop improvviso o un cambio di direzione, questo legamento subisce una trazione anomala, si sfilaccia o si rompe, producendo una lesione, simile a quella di un elastico che si spacca.

Generalmente la soluzione è l’intervento chirurgico, in grado di ripristinarne la totale funzionalità in più del 90% dei casi. In casi particolari, ad esempio in pazienti giovani con cartilagini di accrescimento ancora attive, o pazienti non più giovani e che quindi hanno minori necessità funzionali, si può ovviare alla via chirurgica attraverso un opportuno programma di recupero muscolare e l’uso di un tutore specifico durante l’attività sportiva, agonistica e non.

 

In caso di intervento chirurgico, quali sono i tempi di recupero? Che tipo di riabilitazione occorre seguire?

Il percorso di fisioterapia inizia, salvo specifiche indicazioni del chirurgo, già il giorno successivo all’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore; il programma di riabilitazione dura 4 mesi: durante i primi 30 giorni si punta alla ripresa del movimento, camminando con l’aiuto delle stampelle. Nel mese successivo, poi, iniziano i cicli di fisioterapia, possibilmente anche in acqua (3 sedute settimanali), con l’utilizzo della cyclette; nei 60 giorni seguenti, infine, si passa in palestra. Qui, sotto la supervisione di un fisioterapista, vengono eseguite 3 sedute settimanali di esercizi utili per il rinforzo muscolare e il recupero pieno del movimento utilizzando attrezzi come stepper, pressa orizzontale e leg extension.

Alla fine del percorso riabilitativo, dopo una visita clinica che conferma la buona stabilità del ginocchio ed il recupero di movimento e tono muscolare, si può riprendere a fare sport.

 

Fino a che punto, invece, l’utilizzo del tutore protegge da ulteriori lesioni? C’è una tipologia di tutori particolarmente indicata?

Quando vi è una lesione o un’instabilità del legamento crociato anteriore, associata o meno a lesioni dei legamenti collaterali e lesioni del menisco, viene meno la funzione tipica del crociato, quella cioè di stabilizzare il ginocchio, impedendo lo spostamento (traslazione) anteriore della tibia rispetto al femore. La ginocchiera dinamica a 4 punti di spinta si basa sull’applicazione di una forza anteriore contraria a quella della tibia durante gli ultimi 30 gradi di estensione: queste le sue caratteristiche funzionali. Il carico in controforza mantiene la tibia in allineamento corretto quando il piede si appoggia a terra, garantendo sicurezza e maggiore stabilità articolare, e consentendo quindi anche la pratica dell’attività sportiva.

 

Quali sport si possono praticare con il tutore?

Indossando il tutore, il paziente può praticare tranquillamente corsa, bicicletta, palestra, ed in alcuni casi anche sport più specifici quali basket, calcio, pallavolo. In ogni caso, la presenza del tutore può rappresentare un elemento di disturbo per la performance atletica.

 

Per uno sportivo è fondamentale mantenere un buon tono muscolare: come far sì che resti tale durante lo stop forzato?

È opportuno che il paziente, sportivo o meno, mantenga un buon tono muscolare attraverso specifici programmi di recupero in palestra, questo sia allo scopo di evitare ulteriori danni all’articolazione, che per preparare meglio l’articolazione stessa all’intervento chirurgico.